Maxillo Facciale - Bergamo

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Dott. Alessandro Bardazzi - Dott. Francesco Ruscitti

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Tumore della pelle: tumore basocellulare e tumore spinocellulare

Il tumore basocellulare

Il tumore basocellulare o carcinoma basocellulare (BCC) è la forma più comune di tumore della pelle. Questi tumori della pelle sono proliferazioni delle cellule dello strato più profondo dell’epidermide (la componente più superficiale della pelle).

Clinicamente i tumori basocellulari possono presentarsi come placche rossastre, ulcerazioni o erosioni che non tendono alla guarigione, escrescenze di colore rosa, noduli o cicatrici.

I tumori basocellulari sono solitamente causati dall’esposizione cronica ed intensa ai raggi ultravioletti; possono rappresentare una patologia molto deturpante, considerata la loro tendenza a crescere localmente; quasi mai si diffondono al di fuori della sede iniziale: soltanto in casi molto rari i tumori basocellulari danno metastasi a distanza mettendo a rischio la vita del paziente.

Causa principale

La causa principale dei tumori basocellulari sembra essere rappresentata dall’esposizione al sole. Il danno che porta allo sviluppo di questo tumore è il risultato sia di una esposizione cronica ai raggi solari come quella quotidiana, sia di una esposizione occasionale ed intensa, come quella che porta ad esempio alla comparsa di ustioni solari.

Quasi tutti i tumori basocellulari compaiono sulle parti del corpo che sono maggiormente esposte al sole come il volto, le orecchie, il collo, il cuoio capelluto, le spalle e il dorso. In rari casi il tumore basocellulare può svilupparsi anche su aree non esposte.

Gli altri fattori che possono contribuire allo sviluppo di questi tumori sono l’esposizione ad alcune radiazioni (come quelle utilizzate per la radioterapia), il contatto con alcune sostanze chimiche come l’arsenico, la presenza di ferite che guariscono con difficoltà, condizioni infiammatorie croniche della pelle, ustioni, cicatrici, infezioni, vaccinazioni e tatuaggi.

Soggetti a rischio

Chiunque abbia una storia di esposizione al sole può sviluppare un tumore basocellulare.

Comunemente le persone che presentano i rischi più elevati sono quelle con carnagione chiara, capelli biondi o rossi ed occhi chiari. I soggetti più frequentemente colpiti sono anziani, sebbene negli ultimi anni l’età media dei pazienti al momento dell’insorgenza del tumore basocellulare è diventata più bassa.

La malattia è raramente riscontrabile nei bambini, ma sono segnalati casi occasionali in soggetti adolescenti. Gli uomini sono generalmente più colpiti rispetto alle donne, sebbene il numero di donne affette stia aumentando rispetto al passato.

Maggiormente vulnerabili sono i lavoratori con occupazioni che comportano lunghi periodi di esposizione al sole o le persone che passano il loro tempo libero al sole.

Come si comportano

I tumori basocellulari possono essere facilmente trattati se diagnosticati in uno stadio precoce, con una percentuale di guarigione vicina al 100%. La diagnosi precoce permette inoltre di asportare il tumore quando è ancora di piccole dimensioni, ricorrendo ad un trattamento più conservativo.

Gli esiti cicatriziali risultanti dalla rimozione di tumori di piccole dimensioni sono, di solito, esteticamente accettabili. In presenza di tumori di maggiori dimensioni o localizzati in aree critiche, è necessario riparare la ferita chirurgica con il ricorso a lembi o ad innesti cutanei al fine di ottenere il miglior risultato estetico e di accelerare la guarigione.

Rischi di recidiva

Le persone che hanno avuto un tumore basocellulare presentano un rischio maggiore di svilupparne altri negli anni successivi, sia nella stessa sede del primo tumore che in altre parti del corpo. Inoltre, gli stessi pazienti sono a maggior rischio di sviluppare altri tipi di tumori della pelle.

Considerati questi rischi, questi pazienti dovrebbero sottoporsi regolarmente a visite dermatologiche. I tumori basocellulari del cuoio capelluto e del naso sono particolarmente problematici, recidivando generalmente nell’arco dei due anni successivi all’intervento chirurgico.

In caso di ricomparsa del tumore, il medico può raccomandare un trattamento differente da quello usato in precedenza.

I segnali di allarme del tumore basocellulare

I tumori basocellulari qualche volta possono somigliare a malattie cutanee non tumorali, come la psoriasi o l’eczema: occorrerà consultare immediatamente il medico quando si nota la comparsa di uno dei segni riportati di seguito:

  1. Una lesione simile ad una cicatrice di colore bianco, giallo con bordi spesso scarsamente   definiti.
  2. La pelle che in alcuni punti appare lucente e rigida può indicare la presenza di un tumore aggressivo ed invasivo che è di dimensioni maggiori rispetto a quanto appare sulla superficie cutanea.
  3. Una ferita aperta che sanguina o che diventa crostosa e rimane aperta per tre o più   settimane.
  4. Una ulcerazione che persiste e non si rimargina.
  5. Una macchia rossastra o un’area irritata, che compare di frequente su viso, petto, spalle, braccia o gambe. Qualche volta sulla macchia può formarsi una crosta e si può associare prurito o dolore. Altre volte la macchia persiste senza sintomi particolari.
  6. Una lesione rilevata di colore rosa con un bordo leggermente rigonfio e arrotondato ed una rientranza centrale coperta da una crosta. Man mano che la lesione si allarga, sulla sua superficie possono comparire piccoli vasi sanguigni.
  7. Una protuberanza lucida o un nodulo biancastro e traslucido, spesso di colore rosa, rosso o bianco. La protuberanza può essere di colore marrone chiaro, nero o marrone, specialmente in persone dai capelli scuri e la si può confondere con un neo.

Tipi di trattamento

Dopo l’esame medico, la diagnosi di tumore basocellulare viene confermata con una biopsia. Con questa procedura, dopo una anestesia locale, si preleva un campione di tessuto cutaneo che viene inviato al laboratorio per l’esame istologico. Se la diagnosi di tumore basocellulare è confermata, è necessario procedere al trattamento.

Fortunatamente vi sono numerose opzioni terapeutiche efficaci per trattare un tumore basocellulare. La scelta del trattamento si basa sul tipo, dimensione, posizione e profondità di penetrazione del tumore come anche sull’età del paziente e sulle sue condizioni generali di salute e, infine, sull’esito estetico che ne può derivare.

Il trattamento può essere quasi sempre effettuato a livello ambulatoriale; i trattamenti chirurgici richiedono solo anestesia locale. Durante l’intervento il dolore o il disagio sono minimi e raramente è presente dolore dopo l’intervento.

  1. Curettage ed elettroessiccazione

    Tecnica che viene utilizzata solitamente per lesioni di piccole dimensioni. Il tumore viene raschiato via dalla pelle con uno speciale tipo di cucchiaio chirurgico e la sede del tumore viene quindi essiccata mediante uno strumento elettromedicale (cauterio).
    La procedura garantisce un grado di cura di circa il 95% e può essere ripetuta due o più volte nella medesima seduta al fine di assicurare che tutte le cellule neoplastiche vengano rimosse.
    Questa tecnica non si dimostra efficace nel trattamento di forme più estese e più aggressive di tumore basocellulare, di forme localizzate in aree delicate o in sedi in cui potrebbero rimanere cicatrici non accettabili esteticamente. Di solito, nella sede dell’intervento rimane una cicatrice tondeggiante biancastra.
     
  2. Chirurgia micrografica di Mohs
     
    Prevede l’asportazione di un sottile strato di tessuto tumorale quindi, mentre il paziente aspetta, lo strato rimosso viene tempestivamente esaminato al microscopio. Se lo strato asportato è costituito interamente da tessuto tumorale, il chirurgo ripete la procedura asportando strato dopo strato e controllandoli uno ad uno con il microscopio. La procedura viene ripetuta fino a quando la sede trattata non presenta più cellule tumorali.
    Questo metodo permette di preservare la maggior parte dei tessuti sani e presenta la più alta incidenza di guarigione (circa il 99%).
    La chirurgia micrografica di Mohs viene utilizzata frequentemente per i tumori basocellulari recidivanti e per quelli localizzati in aree critiche come quella perioculare, il naso, le orecchie e le labbra.
     
  3. Escissione chirurgica
     
    Il chirurgo asporta con il bisturi l’intero tumore unitamente ad una parte di tessuto sano circostante come “margine di sicurezza”. La percentuale di guarigione con l’asportazione chirurgica è di circa il 95%, comparabile con quella di procedure come il curettage e l’elettroessiccazione.
    Se il risultato dell’esame istologico rivela che il tumore non è stato rimosso completamente, si dovrà intervenire con un nuovo intervento analogo.
     
  4. Radioterapia
     
    La radioterapia viene eseguita colpendo con i raggi X direttamente il tumore, non richiede anestesia nè incisione chirurgica. Generalmente la totale distruzione della neoplasia richiede una serie di trattamenti, con sedute settimanali che si protraggono per alcune settimane.
    Questa metodica è preferibile nel caso di tumori basocellulari difficili da asportare chirurgicamente e nei pazienti anziani o in condizioni di salute non buone.
    La percentuale di guarigione si attesta intorno al 90%, poichè questa procedura non permette di identificare e rimuovere con precisione le cellule tumorali presenti ai margini della lesione.
    Gli svantaggi della radioterapia sono rappresentati dalla possibilità di comparsa di esiti antiestetici a lungo termine nonchè dai rischi legati all’esposizione alle radiazioni e dalla necessità di numerose sedute per effettuare il trattamento.
     
  5. Criochirurgia (crioterapia)
     
    Mediante questa metodica il tessuto tumorale viene distrutto attraverso il congelamento con azoto liquido. Questo viene posto a contatto con la lesione tumorale mediante un batuffolo di cotone montato su un bastoncino o mediante una bomboletta spray e permette di congelare la lesione senza necessità di anestesia o di incisione chirurgica (tuttavia, potendo associarsi alla procedura un modesto dolore, si può far precedere il trattamento da una anestesia locale).
    Dopo il trattamento si forma una bolla o una crosta che cade nell’arco di alcune settimane. La procedura può essere ripetuta nella stessa seduta per assicurare la completa distruzione delle cellule neoplastiche.
    Un rossore e un gonfiore transitorio si possono osservare dopo la seduta. In alcuni casi può rimanere un esito acromico (pallido). La crioterapia è efficace soprattutto nel trattamento delle forme superficiali di tumore basocellulare, ed è particolarmente utile nei pazienti affetti da disordini della coagulazione o allergici all’anestetico.
    Attualmente si ricorre sempre meno frequentemente alla criochirurgia, considerata la minore percentuale di guarigione rispetto a quella riportata con le altre tecniche chirurgiche (circa 85-90%).
     
  6. Terapia topica
     
    Alcune creme, gel e soluzioni topiche sono usate per trattare forme specifiche e limitate di tumore basocellulare e sono di esclusiva prescrizione da parte del dermatologo.
    E’ importante sottolineare che le terapie alternative alla chirurgia presentano tutte un significativo svantaggio, ovvero non permettono di determinare se il tumore è stato rimosso completamente.

Prevenzione dei tumori della pelle

Sebbene i tumori basocellulari ed altri tumori cutanei siano quasi sempre curabili se diagnosticati e trattati precocemente, tuttavia la prevenzione resta la migliore cura.

Di seguito sono riportate alcune norme che riguardano in particolare l’esposizione al sole e che dovrebbero entrare a far parte delle abitudini quotidiane di ogni persona.

  1. Non esporsi al sole nelle ore più calde, tra le 10 e le 16.
  2. Evitare le ustioni.
  3. Evitare l’abbronzatura solare e da lampade artificiali.
  4. Coprirsi con vestiti, cappelli a falda larga e occhiali da sole.
  5. Usare un filtro solare sia per UVA che UVB con un fattore di protezione di almeno 15 ogni giorno. Per le attività all’aria aperta, usare un filtro resistente all’acqua con fattore di protezione di almeno 30.
  6. Applicare filtro solare sull’intero corpo 30 minuti prima di uscire. Riapplicare il filtro ogni 2 ore o dopo il bagno o una eccessiva sudorazione.
  7. Esaminare tutta la pelle una volta al mese.
  8. Consultare il medico una volta all’anno per un esame dermatologico.

Il tumore spinocellulare o squamocellulare

Rappresenta il secondo tipo di tumore della pelle più diffuso dopo il tumore baso-cellulare.

Questo tumore origina dalle cellule squamose che costituiscono la parte prevalente degli strati più superficiali della pelle. Può insorgere in qualsiasi zona del corpo, comprese le mucose e i genitali, ma è più comune nelle aree più frequentemente esposte al sole, come orecchie, labbro inferiore, viso, cuoio capelluto (specie nelle persone con calvizie), collo, mani, braccia e gambe.

Sia l’esposizione intensa ai raggi ultravioletti (UV) durante il periodo estivo che l’esposizione quotidiana contribuiscono al danno cumulativo che può portare allo sviluppo di un tumore spino-cellulare.

Spesso la pelle nelle aree esposte rivela segni di danno solare come rughe, alterazioni della pigmentazione, lentiggini, perdita di elasticità e capillari dilatati.

Chi è a rischio

Le persone con pelle e capelli chiari ed occhi azzurri, verdi o grigi presentano un più alto rischio di sviluppare un tumore spino-cellulare, il rischio è comunque alto per chiunque abbia nel suo passato episodi di significativa esposizione al sole.

Particolarmente a rischio sono anche coloro che per lavoro trascorrono molte ore all’aria aperta o che nel tempo libero passano lunghi periodi al sole (ad esempio praticando sport). Chiunque abbia avuto un tumore baso-cellulare ha anche maggiore probabilità di sviluppare un tumore spino-cellulare.

I tumori spino-cellulari sono due volte più frequenti negli uomini che nelle donne e diventano più frequenti con l’aumentare dell’età, anche se, recentemente, sono aumentati i casi di diagnosi in pazienti più giovani.

Sebbene le persone con carnagione scura abbiano minore probabilità di sviluppare un tumore della pelle rispetto alle persone con carnagione chiara, è comunque fondamentale anche per esse proteggersi dal sole.

Quali sono le cause

La maggior parte dei casi di tumore spino-cellulare è causata dall’esposizione cronica al sole. Anche l’uso frequente di lampade per l’abbronzatura artificiale aumenta il rischio: le persone che usano lampade abbronzanti presentano un rischio 2.5 volte superiore alle persone che non ne fanno uso.

Altra causa di tumore spino-cellulare è la presenza di seri danni della pelle come ustioni, cicatrici, ulcere, ferite di lunga durata e di zone precedentemente esposte ai raggi X o a certi agenti chimici, quali arsenico e derivati del petrolio.

Anche alcune infezioni croniche e infiammazioni della pelle possono dare origine a tumori spino-cellulari. Inoltre le infezioni da HIV ed altre patologie caratterizzate da immunodeficienza, la chemioterapia, l’assunzione di farmaci immunosoppressori (anti-rigetto) usati nei trapiantati indebolendo la risposta immunitaria, possono aumentare il rischio di tumori spino-cellulari ed altri tumori della pelle.

Alcuni ricercatori pensano che la tendenza a sviluppare questo tipo di tumore possa essere per alcune persone ereditaria.

Attenzione ai primi segni

E’ importante evidenziare alcune condizioni dette pre-cancerosi, molte delle quali sono il risultato del danno cumulativo dell’esposizione al sole, perché possono associarsi allo sviluppo successivo di un tumore spino-cellulare.

  1. La cheratosi attinica o solare
     
    Le cheratosi attiniche sono escrescenze ruvide, squamose, lievemente rilevate, di un colore che può variare tra il marrone ed il rosso e con un diametro variabile. Si localizzano più frequentemente sulle aree del corpo esposte e compaiono più spesso nelle persone anziane. Esse possono rappresentare il primo passo verso l’evoluzione ad un tumore spino-cellulare.
    Circa il 40-60% dei carcinomi spino-cellulari inizia con una cheratosi attinica non trattata. Le cheratosi attiniche sono molto spesso più palpabili che visibili, e possono essere percepite al tatto passando le dita sulle aree esposte alla luce solare; questo permette di apprezzare molto precocemente la loro comparsa.
     
  2. La cheilite attinica
     
    Si tratta di un tipo di cheratosi attinica che colpisce il labbro inferiore (perchè maggiormente esposto ai raggi solari), rendendolo secco, screpolato, ricoperto di squame, pallido o addirittura bianco. Se non trattata tempestivamente, la cheilite attinica può evolvere in un tumore spino-cellulare del labbro.
     
  3. La leucoplachia
     
    Le leucoplachie sono placche bianche che compaiono sulle mucose, di solito sulla lingua o all’interno della bocca, e possono evolvere in tumore spino-cellulare. Possono comparire in conseguenza di uno stimolo irritativo cronico come quello causato dall’abituale consumo di alcool e tabacco, o dalla presenza di sporgenze irritative su denti o dentiere.
    Le leucoplachie che insorgono sulle labbra sono principalmente conseguenza del danno solare.
     
  4. La malattia di Bowen
     
    La malattia di Bowen viene considerata uno stadio precoce, non invasivo di tumore spinocellulare. Si presenta come una macchia squamosa, persistente, di colore rosso-bruno, che può assomigliare alla psoriasi o ad un eczema. Se non viene curata può invadere le strutture più profonde.
    La malattia di Bowen è spesso causata dall’esposizione al sole o all’arsenico, anche se una certa predisposizione genetica, traumi e radiazioni possono giocare un ruolo causale.
    E’ stato dimostrato che il Papillomavirus umano (HPV), trasmesso tramite contagio sessuale, è la causa di una particolare forma di malattia di Bowen che colpisce i genitali.
    La malattia può insorgere anche sulle mucose di naso e bocca così come sulla pelle.

I segni da non sottovalutare

Un tumore spino-cellulare si manifesta tipicamente come una lesione persistente, ispessita, con una superficie ruvida e squamosa, che spesso sanguina in seguito a trauma (come ad esempio il grattamento).

Spesso somiglia ad una verruca o può apparire, talvolta, come un’ulcera con un bordo rilevato ed una crosta superficiale.

I segni da non sottovalutare sono pertanto:

  1. Una lesione verrucosa che diviene crostosa e occasionalmente sanguina.
  2. Una placca persistente, rossa, squamosa dai bordi irregolari che a volte si ricopre di croste o sanguina.
  3. Un’escrescenza accentuata con una depressione al centro che occasionalmente può sanguinare.
  4. Una lesione ulcerata che sanguina, diviene crostosa e persiste per settimane.
  5. Una lesione verrucosa che diviene crostosa e occasionalmente sanguina.

Pertanto quando si nota qualsiasi variazione in una lesione della pelle, come una ferita che non si rimargina, o la comparsa di una nuova lesione bisogna tempestivamente rivolgersi al medico per una adeguata valutazione.

Come si tratta il tumore spinocellulare?

Un tumore spino-cellulare diagnosticato in uno stadio precoce e rimosso tempestivamente è quasi sempre curabile e comporta un danno minimo. Al contrario se non trattato può penetrare nei tessuti profondi e diventare deturpante.

Una piccola percentuale di tumori spino-cellulari della pelle può dare metastasi ai linfonodi vicini e ad altri organi e tessuti anche distanti, esponendo così il paziente a pericolo di vita. Pertanto, ogni lesione sospetta dovrebbe essere valutata immediatamente dal medico e sottoposta ad una biopsia per effettuare una diagnosi al microscopio.

Se viene formulata la diagnosi di tumore spino-cellulare bisogna ricorrere tempestivamente al trattamento.

Esistono molti mezzi efficaci per curare un tumore spino-cellulare. La scelta del trattamento si basa sul tipo, sulle dimensioni, sulla localizzazione e sulla profondità di penetrazione del tumore, oltre che sull’età del paziente e sul suo stato generale di salute.

Quasi sempre l’intervento può essere eseguito a livello ambulatoriale ed in genere è sufficiente l’anestesia locale. Il dolore e il disagio sono di solito ridotti al minimo con la maggior parte delle tecniche in uso e raramente si sente dolore dopo l’intervento.

  1. Asportazione chirurgica
     
    Il chirurgo rimuove con il bisturi tutto il tumore ed una parte dei margini costituiti da pelle sana, i cosiddetti “margini di sicurezza”. La ferita viene quindi riparata con dei punti di sutura, talora mediante il ricorso ad innesti di pelle o lembi di vicinanza.
    La percentuale di guarigione con questa procedura è di circa il 92% e scende al 77% nel caso di tumori recidivanti.
     
  2. Curettage ed elettro-essiccazione (elettro-chirurgia)
     
    Il medico raschia via il tessuto tumorale con una curette, quindi con un ago elettrico distrugge le cellule tumorali residue e controlla il sanguinamento. Questa procedura può essere ripetuta più volte per poter raschiare e cauterizzare ogni volta uno strato più profondo di tessuto, fino ad assicurarsi che non sia rimasta nessuna cellula tumorale.
    Questo trattamento permette di ottenere gradi di cura sovrapponibili a quelli che si ottengono con l’asportazione chirurgica nel caso di forme di tumore superficiali.
    Non è, dunque, considerato un trattamento efficace per curare forme più invasive ed aggressive, forme ad alto rischio o che sono localizzate in sedi difficili da trattare come palpebre, genitali, labbra ed orecchie.
     
  3. Criochirurgia
     
    Il tessuto tumorale viene distrutto per congelamento con l’impiego di azoto liquido applicato mediante un batuffolo di cotone o mediante una bomboletta spray. Non è necessaria anestesia o incisione chirurgica e non c’è sanguinamento, tuttavia, ha la più bassa percentuale di guarigione rispetto a tutte le altre metodiche chirurgiche.
     
  4. Radioterapia
     
    I raggi X sono indirizzati sul tumore, senza necessità di anestesia o incisione. La distruzione completa del tumore richiede, solitamente, una serie di trattamenti, effettuati più volte la settimana, per un periodo che può andare da una a quattro settimane, o talvolta, giornalmente per un mese.
    La percentuale di guarigione varia dall’85 al 95%. La radioterapia è utilizzata principalmente per tumori difficili da trattare chirurgicamente e nei pazienti per i quali la chirurgia non è indicata, come gli anziani o le persone con un cattivo stato di salute generale.
     
  5. Terapia fotodinamica (PDT)
     
    La terapia fotodinamica è utile soprattutto nel trattamento di lesioni del volto e del cuoio capelluto. Un farmaco fotosensibilizzante, l’acido 5-aminolevulinico (5-ALA), è applicato sulla lesione dal medico.
    Questo farmaco si accumula nelle cellule tumorali. Dopo alcune ore, le aree trattate vengono esposte a luce di elevata intensità che attiva il farmaco. Il trattamento distrugge selettivamente le cellule tumorali causando minimo danno alla pelle sana circostante.
    Il trattamento può essere efficace nelle forme iniziali, non invasive di tumore spino-cellulare, tuttavia presenta una percentuale di recidiva variabile dallo 0% al 52%.
     
  6. Terapie topiche
     
    Prevedono l’impiego di farmaci chemioterapici ed attualmente sono stati solo testati per il trattamento di forme superficiali di tumore spino-cellulare.
    Le forme invasive di tumore spino-cellulare non devono essere trattate con i farmaci chemioterapici.

Perchè non è da sottovalutare

Il tumore spino-cellulare rimane solitamente confinato allo strato più superficiale della pelle (epidermide) per un certo tempo. Più il tumore aumenta di dimensioni più il trattamento sarà invasivo.

Col tempo, i tumori spino-cellulari possono estendersi in profondità, portando ad esiti deturpanti, talvolta invalidanti. Una piccola percentuale (tra il 2% e il 10 %) genera metastasi ai linfonodi locali o a organi e tessuti distanti e quando questo avviene può mettere a rischio la vita del paziente.

Il tumore può recidivare?

Chiunque abbia avuto un tumore spino-cellulare ha una maggiore probabilità di svilupparne un altro, principalmente nella stessa sede o nelle immediate vicinanze. Le recidive compaiono di solito entro 2 anni dall’intervento chirurgico.

Un tumore spino-cellulare può recidivare anche quando sia stato accuratamente asportato la prima volta. Pertanto, è fondamentale prestare particolare attenzione ad ogni sede precedentemente trattata, ed ogni cambiamento notato dovrebbe essere riferito tempestivamente al medico.

I tumori spino-cellulari più inclini a recidiva sono quelli che colpiscono il naso, le orecchie e le labbra. Dopo il trattamento di un tumore spino-cellulare devono essere eseguite visite regolari di controllo che includono un completo esame della pelle sia delle sedi operate che limitrofe. Nel caso in cui il tumore dovesse ripresentarsi, il medico potrebbe consigliare un diverso tipo di trattamento.

Prevenzione

Le indicazioni che riguardano la prevenzione sono le medesime consigliate per i tumori baso-cellulari e molti altri tipi di tumore della pelle.

Le misure preventive riportate di seguito dovrebbero entrare a far parte delle comuni abitudini di vita di ciascuno:

  1. Non esporsi al sole nelle ore più calde, tra le 10 e le 16.
  2. Evitare le ustioni.
  3. Evitare l’abbronzatura solare e da lampade artificiali.
  4. Coprirsi con vestiti, cappelli a falda larga e occhiali da sole.
  5. Usare un filtro solare sia per UVA che UVB con un fattore di protezione di almeno 15 ogni giorno. Per le attività all’aria aperta, usare un filtro resistente all’acqua con fattore di protezione di almeno 30.
  6. Applicare filtro solare sull’intero corpo 30 minuti prima di uscire. Riapplicare il filtro ogni 2 ore o dopo il bagno o una eccessiva sudorazione.
  7. Tenere i neonati lontano dal sole. I filtri solari dovrebbero essere usati solo su bambini di erà superiore a 6 mesi.
  8. Esaminare tutta la pelle una volta al mese.
  9. Consultare il medico una volta all’anno per un esame dermatologico professionale.


 

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